













“…Un luogo di lavoro da riorganizzare per stimolare nuove modalità lavorative all’interno di uno spazio flessibile e aperto, con dipartimenti autonomi ma al tempo stesso aperti ad un lavoro di team, con dipendenti fissi ma anche pendolari (itineranti)… Una sede, quella di Roma, che possa rappresentare una associazione quale il Patronato delle ACLI, presente in 19 paesi nel mondo, in modo sobrio ma con carattere…” Questi i desideri della committenza. Siamo all’interno di un tipico edificio per uffici a più piani servito da un blocco scale e ascensori, con chiostrina e servizi, posti al centro. Corridoi e stanze chiuse illuminate da finestre seriali che corrono tutt’attorno definiscono il carattere ‘tradizionale’ dell’attuale sede del Patronato delle ACLI posta al V e VI piano di un edificio a Roma. Il budget è limitato, da qui la scelta di intervenire con carattere su un solo livello, e per necessità di rappresentanza e gestione, si interviene al piano VI dove è presente la Vicepresidenza e la Direzione. La risposta progettuale è il tema: ‘tutto via’. Si attua uno ‘svuotamento’ scegliendo di liberare i muri perimetrali conferendo loro un nuovo significato: non più solo limite ma contenitore. Il corridoio non è più uno spazio cieco di accesso alle stanze ma un camminamento, ‘disturbato’ qua e là da avanzamenti e rientranze di pieni e vuoti, lungo il quale si alternano sedute, spazi aperti, racconti di manifesti appesi, colori, forme e diversità materica di pieni e vuoti, per coinvolgere tutti i sensi, definendo uno spazio ufficio fluido. Dallo spazio comune, che gira attorno al blocco scale ascensori e servizi, si accede ai vari ambiti operativi, dati dal comporsi di pieni/ vuoti al fine di agevolare un lavoro di team. Un’illuminazione rettilinea e continua segna le postazioni in open space; al contrario un’illuminazione di tipo puntuale per lo spazio di lavoro personale. La ‘fascia’ est (nella quale si collocano gli ambienti dirigenziali), si compone di pareti divisorie più uniformate all’involucro murario, lasciando spazio ad un motivo morfologicamente diverso dal tutto: un cerchio perfetto che racchiude al proprio interno la sala riunioni, cuore del progetto.